Maria Chiara Arduini + Francesco Zannini
EPISODIO 2
La serie nasce da una collaborazione tra Maria Chiara Arduini e Francesco Zannini che sono amici da tanto tempo.
Tutto è iniziato dal bisogno di raccogliere storie di persone che abbiamo conosciuto insieme, selezionando quelle che colpiscono a primo impatto entrambi. Sono storie sempre legate a persone che lavorano con la terra, che coltivano i campi, che vivono coscienti che esserci è essere a contatto con il mondo. Abbiamo scelto loro perché, fra tutti, sono le più capaci di amare in maniera semplice. Le raccontiamo insieme perché ci sono occhi che non si possono descrivere a parole e ci sono dolori che non si possono fotografare.
Nel secondo episodio essere il proprio volto è rimanere fedeli a chi si è.
È la storia di Romano, che ci regala i suoi ricordi pezzo per pezzo.
Giungi le mani come le mie
era il tempo della crisi di Cuba
Solzenyzin usciva dai campi gridando
nessuno faceva un segno di croce
era il silenzio, ti regalo la sua voce.
Ti regalo ricordi come fossero cristalli
fuori era il vuoto del tempo
la luce arrivava senza il mattino,
per entrare porta con dolcezza
gli stivali lasciati della mia giovinezza.
A Rimini essere è essere al largo
per noi era pace avere una barca
si andava guardando sempre la riva
c’è un fondo degli occhi di sera
il vuoto vuoto di ogni preghiera
Si prendeva una barca qualunque
come di domenica la comunione
per tornare ancora nel grembo
non avere una forma soltanto
dicono nascere sia nascere al pianto.
Ero io che tenevo in braccio mio padre
ora tengo nel petto un soldato
un tempo avevo spalle più forti
per andare a prendere l’acqua dal mare
sapere di essere prima ancora di stare.
Giungi le mani come le mie
ti regalo una voce che ancora sussurra
sono stato bambino in un tempo lontano
oggi sono e rimango Romano.
Fotografie, Francesco Zannini
Poesia, Maria Chiara Arduini