Nel mese di settembre 2023 Pandemia ha svolto una performance intitolata «Sacri volti» all’Ex Macello di Milano. Alcuni artisti dell’associazione hanno passato diverse ore nell’atto di ricoprire parzialmente con la foglia d’oro il volto o il corpo di coloro che transitavano negli spazi di Ex Macello.

A chi si avvicinava agli artisti per farsi ricoprire d’oro, veniva chiesto: «Che cosa è sacro per te»?

 

Nei mei successivi, questa domanda ha risuonato dentro di noi, tanto che abbiamo deciso di dedicare la nuova stagione di Pandemia a cercare insieme una risposta personale e condivisa a questo interrogativo. Spinti forse anche dall’eco di quelle voci, sono risaliti alla memoria questi versi della poesia di Pascoli La voce: «C’è una voce nella mia vita / che avverto nel punto che muore», che hanno dato il titolo al tema della stagione giugno 2024 – marzo 2025:

C’è una voce nella mia vita che avverto nel punto che muore. È una voce stanca, smarrita; eppure è una voce che chiama per nome e riallaccia quello che si è a quello che si è stati, aggrappata all’irrazionale possibilità che qualcosa possa resistere proprio quando si è sul punto di cedere. Tutto il mondo, il nostro mondo, è in divenire, in un tempo di morte, guerra e violenza. Però quella voce la si continua ad avvertire. Quindi ha qualcosa di originario, di essenziale. Certamente, per esistere, ha bisogno di qualcuno che ascolti. Di cosa ci parla? A chi appartiene? Non è tanto importante quel che dice; ma è essenziale che la voce ci sia. È la voce che “comanda”, mai impone, e ha qualcosa a che fare con l’amore, con la preghiera delle cose che ci sono attorno perché noi le sentiamo. Che ci ricorda di conoscere, si ribella alla violenza e crede nell’inviolabilità. È qualcosa in noi che si aspetta, nonostante tutta l’esperienza dei crimini commessi, sofferti e osservati, che gli si faccia del bene e non del male.

 

Nei prossimi mesi, Pandemia ha costituito un collettivo di artisti che andranno alla ricerca di cosa sia questa voce che parla alle nostre vite di qualcosa di sacro. Lo faranno lavorando insieme e approfondendo la propria ricerca personale. Infine avverrà un momento di condivisione che, da settembre a marzo, permetterà di condividere il proprio lavoro con chi artista non è, e di porgli la stessa domanda.

Pandemia crede che l’arte sia luogo di relazioni e strumento del sacro, e che il dono stesso di essere artisti, e il fare arte, sia la prima testimonianza umana della coscienza del sacro.

Per questo vorremmo unire voci diverse per comprendere cos’è questa voce che parla a ognuno, parlandoci sempre di un’alterità.

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